Nella storia politica dell’Italia del secondo dopoguerra l’apertura della Democrazia Cristiana alle forze popolari di sinistra costituisce un episodio cruciale. Tale apertura trova corrispondenza nel XXXI Congresso socialista del 1955, a Torino, nel quale Nenni, segretario in carica del Partito Socialista Italiano, abbandona la linea dell’alternativa socialista e avvia, pur confermando il patto di unità d’azione con il Partito Comunista, il dialogo democratico con la Democrazia Cristiana. L’autore, con il rigore e l’obiettività che distinguono le sue ricerche, compone un quadro ampio e dettagliato degli effetti che il nuovo corso politico determina nel territorio regionale della Calabria. L’attenta analisi ricostruttiva, condotta attraverso lo spoglio sistematico della stampa quotidiana, in particolare Gazzetta del Sud, evidenzia le difficoltà del dialogo tra le istanze politiche delle classi operaie e le resistenze ideologiche delle forze cattoliche, timorose verso le nuove aperture.
Dai timori degli esordi alla linea Moro-Fanfani, le città calabresi cercano nuovi equilibri che vincono finalmente le resistenze e le opposizioni cattoliche, prevalentemente ecclesiastiche, terrorizzate dal “pericolo marxista”. Il terreno d’incontro tra le forze popolari cattoliche e le forze popolari socialiste sarà il comune ideale democratico e antifascista, senza trascurare gli interessi clientelari e trasformistici.